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Windows 11 per la sua installazione richiede il TPM2.0. Cos’é e perché é importante?

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L’uscita di Windows 11 ha portato fuori moltissime discussioni in merito alla compatibilitá. Molti infatti sono per l’idea che sia tutta una questione di vendita ma in realtá c’é di mezzo la sicurezza. Il “problema” é generato dal TPM. Ma cos’é?

Il Trusted Platform Modules (TPM) è un chip che può essere integrato nella scheda madre del PC o aggiunto separatamente nella CPU. Lo scopo è quello di proteggere con chiavi di crittografia le credenziali dell’utente e altri dati sensibili dietro una “barriera” hardware in modo che eventuali “malware” e aggressori non possano accedere o manomettere i dati.

La tecnologia è diventata improvvisamente molto famosa nel momento in cui Microsoft ha annunciato che Windows 11 richiederà questi chip TPM  sui dispositivi esistenti per l’aggiornamento e ovviamente su quelli nuovi.

Come funziona il TPM?

I TPM funzionano offrendo protezione a livello hardware anziché solo software. Può essere utilizzato per crittografare i dischi utilizzando funzionalità di Windows come BitLocker o per prevenire attacchi di dizionario contro le password. 

I chip TPM 1.2 esistono dal 2011, ma in genere sono stati ampiamente utilizzati solo nei laptop e desktop aziendali gestiti dall’IT.

È un cambiamento hardware significativo che è in corso da anni e molti dei computer di fascia medio alta li utilizzano già.

Microsoft vuole portare lo stesso livello di protezione a tutti coloro che usano Windows, anche se purtroppo non si tratta di una garanzia di sicurezza.

Microsoft avverte da mesi che gli attacchi al firmware sono in aumento e un rapporto dell’azienda parla di  un 83% di aziende che ha subito un attacco al firmware e solo il 29% si sta organizzando per rispondere.

83% racchiude tutte le vulnerabilità: phishing, ransomware, supply chain e via di seguito. I TPM, per esempio, aiutano a prevenire alcuni di questi attacchi, ma Microsoft punta su una combinazione di CPU moderne, Secure Boot e il set di protezioni di virtualizzazione per bloccare davvero il ransomware, vera piaga per le aziende, piccole o grandi.

Il sito Web di Microsoft Windows 11 elenca i requisiti minimi di sistema, con un collegamento a CPU compatibili e una chiara menzione della richiesta di almeno un TPM 2.0. 
L’app PC Health Check, realizzata da Microsoft, controlla se Windows 11 avrà l’avvio protetto o il supporto TPM abilitato e tutti i dispositivi che hanno CPU che non sono ufficialmente supportate. Per capirci, le piattaforme Intel di ottava generazione e AMD Ryzen 2000 non sono supportate.

Arriviamo alle conclusioni: Windows 11 non é per tutti, alcuni utenti non potranno godere di questa nuova versione del sistema operativo di casa Gates. Quelli che possiedono i migliori pc con hardwwre datato (4gen o 3gen) purtroppo dovranno continuare ad utilizzare la precedente versione del sistema operativo Windows. Chissá se la vedremo in maniera non ufficiale…

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